Strategie di Marketing: la non volontà degli imprenditori

Spesso e volentieri nei corsi che tengo, soprattutto quando parlo di competitività aziendale, chiedo ai partecipanti cosa succede all’ interno delle loro realtà lavorative e, ahimè il quadro dipinto è alquanto lacunoso e fosco.

Da tutte le parte sento la medesima risposta: “Le attività di marketing? Facciamo un po’ di pubblicità…”

Ecco cosa rappresenta il marketing per le nostre imprese locali…pubblicità.

Pochissime aziende sviluppano piani strategici a medio lungo periodo né tanto meno pianificano attività commerciali a breve termine; la comunicazione è un disordinato sito web o una inutile e forse deleteria pagina di Facebook e l’imperativo categorico assoluto è portare in cassa danari.

Ora la domanda che dovrebbe sorgere spontanea non solo a me ma soprattutto agli imprenditori, piccoli o grandi che siano non importa, è la seguente: Possiamo in un mercato asfittico e ipercompetitivo come quello del 21° secolo permetterci il lusso di fare impresa in questo modo oserei dire scandaloso? E soprattutto: Quanto la non competitività aziendale che sempre più spesso definisco incapacità imprenditoriale porta a stati di crisi e fallimento?

Qui il discorso diventa lungo e complicato ma voglio racchiudere le infinite considerazioni che una discussione come questa imporrebbe in semplici linee guida che ogni imprenditore dovrebbe percorrere nella sua strada verso competitività e successo ricordando che i consulenti aziendali (che non sono i commercialisti) non sono dei delinquenti ma che con la loro professionalità riescono spesso a dare quell’aiuto indispensabile per far fare il salto di qualità all’azienda e, cosa non ultima, sono più utili alle micro imprese e PMI che alle grandi aziende…e sfatando un mito…costano molto meno di quello che dicono…

Ecco quindi un po’ di consigli:

  • Prima di intraprendere una attività, qualsiasi tipo sia, analizziamo il mercato, definiamo la nostra area di competenza, i competitors, le disponibilità finanziari, personale e attrezzature necessarie, location e attrattività. La domanda che dobbiamo sempre farci è “Perché dovrebbe il mercato di riferimento acquistare il nostro prodotto/servizio?”
  • Il business plan non è una parolaccia né tantomeno uno strumento deputato al commercialista che redige quando a seguito di una richiesta di finanziamento l’istituto di credito lo richiede. È uno strumento di previsione importantissimo che nel breve e medio periodo ci fa notare quanto le nostre stime siano state o meno attese dal mercato.
  • Non inventiamoci: se non sappiamo qualcosa chiediamo aiuto ai professionisti. Costa alla fine molto meno e di norma i risultati ottenuti coprono oltremodo le spese sostenute.
  • Il web è una cosa seria… valutiamo attentamente perché vogliamo esserci e soprattutto ricordiamoci che non è a costo zero e che la “web reputation” se non controllata ci può distruggere in un momento
  • Cominciamo a tenere sotto controllo la nostra azienda attraverso degli indici: uno dei più importanti è il ROI. Esso definisce quanto una attività ha reso a fronte dell’investimento sostenuto. Se faccio pubblicità online od offline, se partecipo ad un evento, se faccio attività promozionale in genere, questo indice mi dice quanto è stata la resa sul capitale investito.
  • Formazione propria e del personale: questo consiglio l’ho tenuto per ultimo ma andrebbe al primo posto. È inconcepibile che all’interno delle nostre imprese non si conosca una lingua estera, non si conosca l’utilizzo del pc, non si istruisca il proprio personale, non si investa in innovazione tecnologica. Chi non investe in formazione e tecnologia è destinato a fallire miseramente: il mercato in questo è spietato.

Fare impresa sia essa una micro azienda a conduzione famigliare o una grande impresa multinazionale impone che l’imprenditore sia lungimirante competente ed informato.

L’improvvisazione non è più valida: il mercato detta le sue regole chi si adegua sopravvive gli altri muoiono.

E se noi leggiamo il significato di imprenditore qui sotto riportato, sicuramente concorderemo che non è uno scherzo farlo in maniera corretta e proficua per sé e per i propri collaboratori e dipendenti.

“…l’imprenditore è colui che detiene fattori produttivi (capitali, mezzi di produzione, forza lavoro e materie prime), sotto forma di imprese, attraverso i quali, assieme agli investimenti, contribuisce a sviluppare nuovi prodotti, nuovi mercati o nuovi mezzi di produzione stimolando quindi la creazione di nuova ricchezza e valore sotto forma di beni e servizi utili alla collettività/società.” Wikipedia

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